“È sleale?”
Come stabilire quando una pratica commerciale è sleale
La domanda scottante per i consumatori sarà sicuramente: “Come posso stabilire se una pratica commerciale è sleale?”
- LA LISTA NERA: le pratiche SEMPRE proibite
- Ingannare con false informazioni
- Ingannare omettendo informazioni
- Marketing aggressivo
- Altri casi
LA LISTA NERA:
le pratiche SEMPRE proibite
Fortunatamente, la Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali semplifica la risposta a questa domanda. Prima di tutto, alcune pratiche commerciali sono sempre proibite dalla Direttiva. Per avere la certezza che professionisti, esperti di marketing e clienti abbiano in chiaro cosa è proibito, è stata redatta una Lista nera con 31 pratiche sleali. La stessa lista vale per tutti i 28 Stati membri dell’Ue.
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Determinare la legalità di una pratica commerciale
La legalità di una pratica commerciale, non espressamente proibita, può essere valutata in base ad alcuni specifici criteri legali. Nella Direttiva vengono descritte nel dettaglio due categorie principali di pratiche commerciali sleali, ossia le pratiche “ingannevoli” e quelle “aggressive”. La maggioranza delle pratiche sleali rientra in queste categorie.
Il test del consumatore medio
La lealtà o slealtà di una pratica commerciale viene quindi valutata in base al parametro del “consumatore medio”. Il consumatore medio, così come viene inteso dalla Corte di giustizia europea, è “normalmente informato e ragionevolmente attento e avveduto”, tenendo conto di fattori sociali, culturali e linguistici. Se una pratica commerciale è rivolta a un determinato gruppo di consumatori (per esempio categorie di consumatori vulnerabili), il membro medio di quel gruppo viene preso come parametro di riferimento.