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LA LISTA NERA:  pratiche commerciali proibite

Alcune pratiche commerciali in Europa sono SEMPRE proibite dalla Direttiva. In altre parole, le pratiche commerciali sono considerate sleali in ogni circostanza. Non è necessaria una valutazione ad hoc sulla scorta delle disposizioni della Direttiva.

Per avere la certezza che professionisti, esperti di marketing e clienti abbiano in chiaro cosa è proibito, è stata redatta una Lista nera con 31 pratiche sleali.

  

Pressioni emotive

Informare esplicitamente il consumatore che se non acquista il prodotto o il servizio sarà in pericolo il lavoro o la sussistenza del professionista.

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Prodotti pubblicitari che non possono essere lecitamente venduti

Affermare o generare l’impressione che la vendita del prodotto è legale, ove non lo sia.

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Affermare falsamente di avere marchi di fiducia e codici

  • Un professionista che afferma di essere firmatario di un codice di condotta, ove egli non lo sia.
  • Un professionista che esibisce un marchio di fiducia, un marchio di qualità o un marchio equivalente senza avere la necessaria autorizzazione per quei marchi di fiducia.

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Professionisti che adescano i consumatori con un prodotto civetta e poi promuovono un altro prodotto

Professionisti che utilizzano un prodotto o un’offerta per adescare il consumatore a prendere in considerazione l'acquisto, ma poi promuovono un prodotto diverso. Professionisti che in tale contesto:

a) rifiutano di mostrare l’articolo pubblicizzato ai consumatori;

b) rifiutano di accettare ordini per l’articolo o di consegnarlo entro un periodo di tempo ragionevole; oppure

c) fanno la dimostrazione dell’articolo con un campione difettoso.

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Esortazioni dirette rivolte ai bambini: “Vai a comprare il libro!”

Includere in un messaggio pubblicitario un’esortazione diretta ai bambini affinché acquistino o convincano i genitori o altri adulti ad acquistare loro i prodotti reclamizzati.

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Servizi post-vendita: “Garanzie in tutta Europa”

Dare la falsa impressione che i servizi post-vendita relativi a un prodotto siano disponibili in uno Stato membro diverso da quello in cui è venduto il prodotto.

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Presentazione del professionista come consumatore

Falsamente dichiarare o dare l’impressione che il professionista non agisca nel quadro della sua attività commerciale, industriale, artigianale o professionale, o presentarsi falsamente come consumatore.

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Pubblicità ingannevole: p.e. “Ci stiamo trasferendo! Grande svendita!”

“Affermare che il professionista sta per cessare l’attività o traslocare, ove non stia per farlo.”

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Pubblicità redazionale: “Messaggi promiscui/contraddittori”

Uso di pubblicità in stile di “testimonianza” nei media per promuovere un prodotto, qualora i costi di tale promozione siano stati sostenuti dal professionista senza che ciò emerga chiaramente.

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Servizi post-vendita in una lingua diversa: p.e. azioni di marketing in inglese, servizi post-vendita in svedese

Un professionista che si impegna a fornire il servizio di assistenza post-vendita, ma che informa il consumatore soltanto dopo che questi si è impegnato a concludere l’operazione in merito al fatto che il servizio sarà in una lingua diversa da quella in cui hanno comunicato finora.

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Falso uso di “Offerte limitate”: “Offerta speciale, valida soltanto oggi!”

Dichiarare falsamente che il prodotto sarà disponibile solo per un periodo molto limitato o che sarà disponibile solo a condizioni particolari per un periodo di tempo molto limitato, in modo da forzare una decisione. Questo priva i consumatori della possibilità o del tempo sufficiente per prendere una decisione consapevole.

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Falsa vincita di premi

Dare la falsa impressione che il consumatore abbia già vinto, vincerà o sarà vincitore compiendo una determinata azione, di un premio o di una vincita equivalente, mentre in effetti non esiste alcun premio né vincita equivalente, oppure qualsiasi azione volta a reclamare il premio o altra vincita equivalente è subordinata al versamento di denaro o al sostenimento di costi da parte del consumatore.

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Fornitura non richiesta

Esigere il pagamento immediato dei prodotti che il consumatore non ha richiesto.

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Vendita insistente e indesiderata “Forse con la terza telefonata stipuleremo il contratto…”

Effettuare ripetute e sgradite sollecitazioni commerciali per telefono, via fax, per posta elettronica o mediante altro mezzo di comunicazione a distanza per promuovere un prodotto o un servizio.

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Falsa descrizione di un prodotto in offerta gratuita: “Occhiali da sole gratuiti” o “Suonerie gratis per il cellulare”

Descrivere un prodotto come gratuito, senza oneri o simili se il consumatore deve pagare un sovrappiù rispetto all’inevitabile costo di rispondere alla pratica commerciale e ritirare o farsi recapitare l’articolo.

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Affermazioni false sulle vincite: Come vincere alla lotteria

Affermare che alcuni prodotti possono facilitare la vincita in giochi d’azzardo.

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Schemi piramidali

Adescare i consumatori ad agire come reclutatori con la promessa di un corrispettivo.

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Utilizzare esche per ingannare i consumatori

Promuovere un prodotto che assomiglia ad un marchio noto fuorviando il consumatore facendogli credere che il prodotto è fabbricato dallo stesso produttore mentre invece non lo è.

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Premi: “Congratulazioni! Hai vinto un premio”

Un professionista che afferma in una pratica commerciale che si organizzano concorsi o promozioni a premi senza attribuire i premi descritti o un equivalente ragionevole.

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False informazioni sul mercato

Professionisti che utilizzano informazioni inesatte su un prodotto o dove può essere reperito, per adescare il consumatore ad acquistarlo - quando in realtà il consumatore potrebbe ottenerlo altrove ad un prezzo migliore o a condizioni migliori.

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False affermazioni sulle proprietà curative: “Trickium 24 vi fa perdere peso”

Affermare falsamente che un prodotto ha la capacità di curare malattie, disfunzioni o malformazioni.

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Buoni d’ordine fuorvianti

Includere nel materiale promozionale una fattura o analoga richiesta di pagamento che dia al consumatore l’impressione di aver già ordinato il prodotto in commercio mentre non lo ha fatto.

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Impressione fuorviante dei diritti del consumatore: “Solo per te”

Presentare i diritti già garantiti ai consumatori dalla legge comunitaria come una caratteristica nuova o differente offerta dal professionista.

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Il marketing che strumentalizza le apprensioni dei consumatori sulla

Fare perno indebitamente sulle paure per la sicurezza “Formulando affermazioni di fatto inesatte per quanto riguarda la natura e la portata dei rischi per la sicurezza personale del consumatore o della sua famiglia se egli non acquistasse il prodotto.”

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Pubblicità propagandistica

  • Adescare i consumatori con pubblicità allettante riguardo a prezzi speciali quando è possibile che il professionista non sia in grado di offrire quei prodotti, oppure ne ha solo alcuni in stock a quel prezzo.

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Richiesta assicurativa: nessuno risponde al telefono

Imporre al consumatore che intenda presentare una richiesta di risarcimento in virtù di una polizza di assicurazione di esibire documenti che non possano ragionevolmente essere considerati pertinenti per stabilire la validità della richiesta, o omettere sistematicamente di rispondere alla relativa corrispondenza, al fine di dissuadere un consumatore dall’esercizio dei suoi diritti contrattuali.

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Vendita aggressiva a domicilio: “Me ne vado quando avremo sbrigato le carte”

Effettuare visite presso l’abitazione del consumatore, ignorando gli inviti del consumatore a lasciare la sua residenza o a non ritornarvi.

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Esercizio di indebite pressioni: “Può andarsene quando avremo sbrigato le carte”

Creare l’impressione che il consumatore non possa lasciare i locali commerciali fino alla conclusione del contratto.

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